Penisola Arabica

Dubai in 12 ore

Quando abbiamo prenotato il ritorno abbiamo scelto un volo Fly Dubai, la low cost della Emirates e optato per uno scalo di 21 ore a Dubai nella convinzione che questa sfavillante città meritasse non più di un giorno di visita, tappa imprescindibile di un viaggio di rientro dal medio oriente. Al controllo dei passaporti ci infilano nella pagina del timbro una scheda sim 5 G valida 24 ore.

Giusto per non rischiare che il turista sia disconnesso nel tempo dello scalo e non riesca a fare un dettagliato resoconto del suo “viaggio nel paese dei balocchi”. Lì per lì restiamo stupiti: un paese che ti regala una sim all’ingresso per rendere più facile la visita della città. Non mi era mai successo.

Bur Dubai

20240324-Emirati Arabi Uniti-Dubai-sullo sfondo Burj Al Arab-palme

L’immagine stilizzata nella nostra mente ci ha fatto immaginare un programma di massima della giornata che sul volo di ritorno è stato modificato leggermente in favore di un breve passaggio a Bur Dubai, la zona più antica di Dubai. Con la convinzione che una passeggiata nel quartiere Al Fahidi potesse introdurci meglio al grande luna park che oggi la città è diventata. Abbiamo camminato ai margini del Creek immaginando una città senza grattacieli, centri commerciali e piste da sci.

Con difficoltà abbiamo tratteggiato uno skyline diverso. Il profilo degli edifici a specchio che si stagliano nel cielo azzurro, sormontati dai nomi delle aziende che li hanno finanziati, genera una trappola visiva che anche il più ostile alle manie di grandezza è costretto a cedere. E così cedo anche io. Vuoi per l’influenza che mi appanna il cervello, vuoi per lo stato confusionale dovuto alla congestione nasale mi faccio prendere la mano e adotto la filosofia del “per 21 ore tutto è possibile a Dubai”. Prendo taxi al volo che mi portano prima lungo il Creek, poi a Bur Dubai, quindi alla moschea più bella della città. Nonostante la testa mi stesse scoppiando e la temperatura del mio corpo avesse raggiunto i 40 gradi, non voglio rinunciare al tour delle meraviglie. Contrariamente a quello che pensavo, spendo cifre irrisorie per spostarmi di 20 minuti da una zona all’altra.

Bur Dubai Souq

Emirati Arabi Uniti-Dubai-Bur Dubai souq

Arriviamo al Bur Dubai Souq nell’ora più calda. È il più antico della città, sormontato da una tettoia in legno e perfettamente ordinato. Resto dell’idea che nessun souq possa eguagliare quello di Marrakech, vivace e ingarbugliato. L’insistenza dei venditori rende difficile la permanenza tra le merci esposte. Lo trovo troppo turistico e decido di spostarmi in taxi per raggiungere la Jumeirah Mosque una delle poche aperte ai non musulmani.

Jumeirah Mosque

Emirati Arabi Uniti-Dubai-Jumeirah Mosque-interno-uomo in dishdash-donna col velo

La visita di un’ora proposta dallo Sheikh Mohammed Centre for Cultural Understanding include un buffet di pasticcini e tè. Una guida spiega le linee guida dell’Islam e c’è la possibilità di fare domande per togliersi ogni dubbio su questa pratica religiosa. Purtroppo le mie condizioni di salute non mi permettono di essere sufficientemente lucida per approfondire alcuni aspetti che mi interessano del culto. L’aria condizionata è altissima e, nonostante io sia coperta da capo a piedi, sento freddo.

Emirati Arabi Uniti-Dubai-Jumeirah Mosque-esterno-donna col velo

I visitatori arrivano in pantaloncini ignorando gli inviti dell’istituto a coprirsi e sono costretti a indossare gli abiti tradizionali che l’edificio mette a disposizione degli ospiti disattenti. È vero che le temperature esterne di agosto incentivano a scoprirsi e che il paese è molto tollerante verso i turisti che indossano abiti succinti ma sarebbe opportuno rispettare la cultura del luogo visitato con un abbigliamento più decoroso. 

Dubai Marina e Palm Jumeirah

Qualche scatto e un rinfrescante ghiacciolo al cocco e riprendo il taxi alla ricerca della modernità più sfrenata. D’altra parte la mia idea iniziale era proprio quella di stupirmi di fronte alle bizzarre invenzioni di questo popolo che come nessun altro sa incantare. Un popolo che ha sfidato i colossi dell’economia mondiale per dimostrare di essere in grado di stupire. E ci è riuscito, a giudicare dalla folla assiepata lungo i margini della grande piscina all’aperto che incornicia il Dubai Mall.

20240324-Emirati Arabi Uniti-Dubai-Palm Jumeirah con scritta the pointe


Il grande centro commerciale assomiglia a un villaggio con oltre 150 locali, un acquario a tre piani e parchi a tema. Il tassista sfreccia a una velocità smisurata per un orario pomeridiano. Arrivo a Dubai Marina dove la palma ha dato la forma a un grande villaggio di attrazioni. Palm Jumeirah è un’isola artificiale che ospita ville di lusso, appartamenti e resort. Riesco a stare sulla riva per qualche scatto soltanto pochi minuti. Il sole è ancora alto, l’aria irrespirabile.

Dubai Mall e Burj Khalifa

20240324-Emirati Arabi Uniti-Dubai-Burj Khalifa-fontane

Arrivo al Dubai Mall intorno alle 18.30, giusto in tempo per assistere allo spettacolo delle fontane danzanti che si riflettono sull’acqua a suon di musica. Il lago che incornicia i grattacieli offre l’ambientazione ai giochi d’acqua delle fontane che ogni mezz’ora piroettano sulle note di cantanti di successo illuminando il Burj Khalifa e il Dubai Mall. Mi butto nel vortice del turismo da luna park godendomi il gioco di luci e spruzzi di una pedana in mezzo al lago a pagamento. Salgo al 124 esimo piano del Dubai Mall per ammirare il panorama sulla downtown illuminata.

20240324-Emirati Arabi Uniti-Dubai-Burj Khalifa-la città dall

Vado a sbirciare cosa succede al 125esimo piano percorrendo una rampa di scale ma se non si paga ci sarà un motivo e infarri la visuale è pressoché identica al piano inferiore. Mi infilo tra le lettere dell’installazione in Swarovski “I love Dubai”.

Una cena al Time Out Market

20240324-Emirati Arabi Uniti-Dubai-Burj Khalifa-gioco di luci con fontane


Mi accomodo in un locale trendy che propone cucina fusion giapponese ma vado via quasi subito preferendo una cena e gli sgabelli alti del Time Out Market nella struttura a mattoncini dell’antico Souk Al Bahar che sciorina piatti etnici sprigionando profumi di spezie e odori che richiamano paesi lontani. Potete scegliere tra ben 18 ristoranti, dal giapponese al portoghese. Se riuscite a impossessarvi della terrazza avete fatto bingo. Un tavolo open air vi consente una vista privilegiata sulla fontana. Al contrario dell’Oman, gli Emirati Arabi Uniti si aprono. Alla multiculturalità, alla modernità, a stili di vita secondo il motto porte aperte, menti aperte. Nasce come paese nel 1971 quindi non ha una grande storia alle spalle né tradizioni da preservare. Dubai ha sempre avuto una vocazione internazionale. Anche prima del boom del petrolio, era abitata da gruppi di persiani e pakistani ed è facile sentire parlare le lingue più svariate.

Da questa visita “mordi e fuggi” ho capito che Dubai è una città che va vista dopo il tramonto quando le temperature consentono di restare un po’ di più nei luoghi esterni. Su tutte le guide le attrazioni sono infatti consigliate la sera. Quindi, a parte la moschea, aperta di giorno, il resto va rinviato a dopo le 20. Attenzione però, perché in questo modo si rischia di estendere la visita all’intera notte.

Verso mezzanotte, dopo aver preso una Tachipirina mille riprendiamo il taxi che ci riporta in aeroporto. Riesco ad addormentarmi nel tragitto più breve della storia tra un centro e un aeroporto. Ritiro lo zaino lasciato nel deposito bagagli e mi tuffo in una spa della sezione A del terminal 3 in attesa dell’uscita del gate sul tabellone. Mancano ancora troppe ore alla partenza. Hanno diverse tariffe. Opto per 10 minuti di doccia e uso della cabina completa di kit shower (ciabatte, shampoo, bagnodoccia, dischetto struccante, cotton fioc e pettinino).

La doccia mi rigenera. Indosso il cambio che avevo nello zaino e riesco a dormire sulle poltrone allungate della zona B per quattro ore di fila fino a poco prima dell’imbarco. Al mio risveglio spero in una colazione da mille e una notte: mi aspetto grandi cose da uno degli scali più grandi ed eleganti del mondo. Mi devo ricredere: a parte il cappuccino di soia, mancano proposte salutiste, vegan manco a parlarne. Insomma, tra luoghi (artificiali) e non luoghi della città, non tutto oro (e Swarovski) è quello che luccica….

 

  1. E' una straordinaria descrizione del tuo viaggio e una vera e propria mostra fotografica. Riesci a fare vivere i luoghi da te visitati.Bravissima.🥰

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