Brillantina e Cadillac. Cuba e il sogno di Fidel

Il mio viaggio a Cuba nell’agosto 2016 coincide con i festeggiamenti del 90 esimo compleanno di Fidel Castro, che morirà qualche mese dopo, il 25 novembre. Parate, concerti e spettacoli improvvisati colorano il tour in un caleidoscopio di visi e colori che rimarranno per sempre scolpiti nella memoria. Come gli occhi tristi di chi per tutta la vita ha inseguito un sogno e oggi guarda con amarezza un futuro incerto.

Gustavo è un signore di mezza età con la brillantina nei capelli. Ci viene incontro e ci fa strada verso la sua Cadillac di colore verde scuro. La pioggia battente, inaspettata il 6 agosto, cade sull’aeroporto José Martí de L’Avana dove atterriamo con un volo Air Europa. Mi siedo davanti e devo fare forza per girare la manovella che fa scendere il finestrino. L’aria è afosa, nonostante la pioggia. Mi spiega che sull’isola circolano solo auto americane arrivate a Cuba prima dell’embargo, alcune in ottime condizioni, altre rattoppate dai meccanici che s’inventano espedienti d’ogni sorta per tenere in piedi la carrozzeria utlizzando pezzi di ricambio sovietici. Le vedi lì in fila, fuori dal terminal ad aspettare i turisti: oltre alle Cadillac, Chevrolet, Oldsmobile, Ford, Chrysler, Dodge, Plymouth e Buick.

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scorcio sull’Havana Vieja e, sullo sfondo, El Malecón

Arriviamo a Paseo del Prado a notte fonda e ha smesso di piovere. In un ampio appartamento all’ottavo piano di un palazzo che affaccia in parte sul Malecón incontriamo Alain che ho contattato dall’Italia per farmi prenotare le case particular, ovviamente non prenotabili tramite Booking. Ci dà appuntamento al giorno successivo proprio lungo la passeggiata che segna il confine tra Centro Habana e L’Avana Vecchia per mostrarci le attrazioni principali della città. Mi sveglio all’alba per godermi lo spettacolo del sole che si alza sul Malecón sui palazzi fatiscenti, alcuni diroccati e disabitati, che danno alla città un aspetto decadente. Una parte della città è un cantiere: gru e impalcature si confondono con il grigio degli edifici.

L’Habana Vieja

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Prima di addentrarmi nelle stradine che dall’appartamento si dipanano verso Habana Centro, vivo l’esperienza della colazione. La proprietaria dell’appartamento ci ha preparato le uova strapazzate, alcune fette di anguria e papaya e zumo de mango, leitmotiv del viaggio. La stessa colazione la ritroveremo in tutte le case particular, con la variante delle uova (non tutti ne dispongono insieme agli affettati). Con Alain visitiamo le strade e le piazze principali de L’Avana Vecchia ma scelgo la visita in solitaria per il Museo de la Revolución, che richiede tempo e attenzione.

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Il Museo de la Revolución

Il mio viaggio a Cuba sulle orme di Fidel e della rivoluzione inizia proprio da qui: da quello che fu il palazzo presidenziale prima del 1959. È diverso da come lo avevo immaginato. L’allestimento è vecchio, con le teche rivestite in legno e i cimeli delle battaglie della Sierra Maestra.

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Foto, divise militari, lettere. Mi stupisco che non c’è folla nel museo, solo qualche turista straniero che non si è lasciato scoraggiare dai quaranta gradi di quel giorno. I ventilatori sparati negli angoli delle stanze alleviano poco l’insopportabile calura.

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Girare L’Avana nelle ore più calde è sconsigliato per chi non è abitutato a sopportare le alte temperature ma la curiosità supera qualsiasi ritrosia e dopo aver dato uno sguardo alla Bodeguita del Medio assediata dai turisti, mi infilo in un edificio lungo la strada. Si tratta di una scuola e alle pareti sono affisse le foto in bianco e nero che ritraggono varie fasi della vita privata e pubblica di Fidel. Un cartellone ricorda che il Comandante compie 90 anni. Un signore che sorveglia l’edificio mi invita a visitare le aule vuote.

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La visita si conclude con un mojito (che ovviamente gli offro io in cambio della sua gentilezza) in un baretto lì vicino gestito da un suo amico. Ti accorgi che ti trovi in una delle piazze principali della città quando vedi gruppetti di giovani chini sul telefonino a chattare o a fare videochiamate.

L’Etecsa e la smania del telefono

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Da qualche mese i cubani hanno la connessione a Internet e hanno accesso a gran parte dei siti di tutto il mondo. Non tutti. Ma questo ha comportato lunghe file davanti ai punti Etecsa dove si acquistano schede al costo di 1 Cuc per navigare un’ora. L’alternativa per collegarsi sono gli hotel come l’Inglaterra, vicino al Capitolio, dove spesso mi fermo di rientro a casa per scrivere qualche messaggio. Due giorni a L’Avana sono sufficienti per farsi un’idea della città. Ho volutamente deciso di dedicare l’ultimo giorno di viaggio a Plaza de la Revolución a Vedado, alla zona universitaria e all’hotel Habana Libre.

Viñales

Cuba-Vinales-escursione a cavallo

E così dopo due giorni partiamo per Viñales, cittadina immersa nelle piantagioni di tabacco, per fare un’escursione a cavallo e visitare un produttore di sigari. Ci dicono di raggiungere un parcheggio di taxi particular e di contrattare e lì incontriamo Giovanni e Francesca. Di Napoli lui, di Monza lei. Dopo un’estenuante trattativa riusciamo a prendere un taxi nero sgangherato senza aria condizionata e bagagliaio troppo piccolo per caricare i nostri trolley.

Cuba-Vinales-barber shop open air

E la coppia decide di unirsi a noi, dopo qualche giorno raggiungeranno un hotel a Varadero dove termineranno la vacanza. Trascorro le due ore di viaggio con i piedi sul bagaglio mentre sollecito l’autista, piuttosto taciturno per essere un cubano, sugli eventi salienti della storia dell’isola. Capisco che è in difficoltà a parlare di Fidel. Non vuole esporsi, mi dice che non può parlare troppo di questo argomento.

Cuba-Vinales-Balcon del Valle-ristorante-terrazza sulle piantagioni di tabacco
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A Viñales ci aspetta Lourdes che abita in una deliziosa casetta celeste in stile coloniale che affaccia sulle piantagioni di tabacco. Aiutiamo Giovanni e Francesca a trovare un alloggio poco distante e alla Casa del Mojito beviamo il miglior mojito del viaggio, nonostante il ghiaccio abbia provocato un piccolo tumulto intestinale (l’unico del viaggio). Ceniamo (io resto tristemente a digiuno per ovvi motivi) al ristorante Balcón del Valle che offre un’impareggiabile vista sulle piantagioni.

Cuba-Vinales-Casa del Mojito-bicchiere di mojito

L’escursione a cavallo è appagante, in alcuni tratti ostica, per noi ma non per Francesca che soffre l’alta temperatura e collassa tra le piante di tabacco costringendo il gruppo a frequenti soste (che saranno messe sul conto finale!! Questi cubani quanto sono paraculi!!!).

Cuba-Viñales-la vista dalla casa particular di Lourdes-esterno con lavabi
la casa particular di Lourdes a Viñales
Cuba-Viñales-Lourdes nella casa particular

Lourdes insiste per farci cenare a casa l’indomani. Per evitare di ritrovarmi il solito pesce arrosto coperto di spezie, la affianco ai fornelli. Ci coccola con le candele a tavola e persino il dolce. Ci addebita la cena sul conto finale e scopriamo che ci è costata più di un ristorante a Roma! (quanto sono paraculi questi cubani!!!!) Giovanni e Francesca vogliono proseguire con noi il viaggio.

Cienfuegos

Cuba-Cienfuegos-chiesa

Prossima tappa Cienfuegos. Stavolta proviamo l’ebbrezza del Viazul, i bus locali dotati di aria condizionata e comfort. La signora Ridi ci aspetta sulla soglia. Le chiediamo di trovare una sistemazione per i nostri amici e ce l’ha. Dormiamo in due stanze adiacenti che si affacciano su un delizioso giardino con la piscina. Il lungomare è in festa per i 90 anni di Fidel Castro.

Cuba-Cienfuegos-Palacio de Valle

Sfilano in parata furgoni addobbati con le foto del Comandante. Andiamo a bere un daiquiri sulla terrazza del Palacio de Valle, finemente decorato dall’asturiano Acisclo Valle Blanco, che ricorda una qasbah marocchina con piastrelle colorate, torrette e stucchi. Francesco si sente accaldato, scopriamo che ha la febbre alta.

Cuba-Cienfuegos-street food
Cuba-Cienfuegos-parco giochi-bambini

Trinidad

Decidiamo dimodificare l’itinerario dopo Trinidad rinunciando a Santiago de Cuba, che richiede altre sei ore di pulman. Lì avremmo alloggiato presso Adelaida Lisy.

Cuba-Trinidad-complesso musicale
Cuba-Trinidad-complesso musicale-dettaglio piedi

La sosta di tre giorni a Trinidad si rivela la più bella del viaggio. Ci dividiamo soltanto un giorno da Francesca e Giovanni: loro preferiscono andare a cercare refrigerio in una riserva naturale, noi a Playa Ancon, la spiaggia bianca bagnata dal Mar dei Caraibi. Un pomeriggio lo dedichiamo alla visita delle famiglie più indigenti: abbiamo portato vestiti che non usiamo più, scarpe e saponette. Qualcuno ci invita a entrare in casa, con qualche altro ci fermiamo a parlare sulla soglia. Chiedono soprattutto saponette.

Cuba-Trinidad-artigiano della paglia
Cuba-Trinidad-Bodeguita del Medio
Cuba-Trinidad-case color pastello
Cuba-Trinidad-uomo con asinello e sigaro
Cuba-Trinidad-veduta dalla torre

Sancti Spiritus e Camagüey

Salutiamo Giovanni e Francesca diretti a Varadero e proseguiamo per Sancti Spiritus dalle case di colori pastello prima di arrivare a Camagüey, che si rivelerà una bella sorpresa, soprattutto per la proposta gastronomica. Il ristorante 1800 affacciato su Plaza San Juan de Dios, in perfetto stile messicano, propone un ricco e delizioso buffet, il posto migliore dove abbiamo mangiato a Cuba.

Cuba-Sancti Spiritus-campanile
Sancti Spritus
Cuba-Camagüey-Plaza San Juan de Dios
Camagüey
Cuba-Camagüey-cortile di un hotel dello stato
Cuba-Camagüey-pachina con scultura di bronzo

I ristoranti segnalati dalla Lonely Planet si sono rivelati tutti eccellenti, così come la casa particular che abbiamo dovuto cercare con un po’ di fatica. Essendo agosto non è facile trovare case disponibili e così, dopo un paio di tentativi, riusciamo a trovare una sistemazione carinissima. Una casa soppalcata con l’aria condizionata di proprietà di un italiano e il solito kit da bagno con il marchio dello Stato. Trascorriamo la serata in piazza dove un complesso suona canzoni dedicate a Fidel: i festeggiamenti vanno avanti tutta la settimana.

Santa Clara

Continuiamo il nostro viaggio in direzione Santa Clara, contenti di aver scoperto Camagüey, una tappa non prevista, ma un po’dispiaciuti per non aver proseguito verso Santiago de Cuba e per non aver fatto il trekking alla Sierra Maestra. Non si può saltare Santa Clara se si fa un viaggio a Cuba.

Cuba-Santa Clara-murales Che Guevara
Cuba-Santa Clara-murales

È l’approdo finale e naturale del percorso che tocca i luoghi della rivoluzione. Il mausoleo di Che Guevara richiede soltanto pochi minuti: è una tappa di passaggio ma vale la pena fermarsi per capire il contesto in cui è stato realizzato. Chiediamo al tassista che guida un carretto trainato da un asino di aspettarci mentre lo visitiamo.

Cuba-Santa Clara-monumento della rivoluzione-bandiere

Remedios

Quindi partiamo per Remedios, città che mi ha consigliato la mia collega Paola. La casa di Remedios è davvero bella con il pavimento di marmo, i tappeti e la camera da letto che assomiglia a una nuvola rosa. Le signore che gestiscono le case sono abili nel creare cigni con le asciugamani per decorare i letti e dare il benvenuto agli ospiti.

Cuba-Remedios-Jesus con bambino

Ci rechiamo nella piazza principale con il chiaro obiettivo di incontrare Jesus, un ragazzo che Paola e la figlia Monia hanno conosciuto durante il loro soggiorno sull’isola. E incontrarlo non è difficile.

Cuba-Remedios-chiesa in restauro

Lo troviamo intento a lavorare con il suo amico Pepi nella chiesa in restauro. Ci abbraccia con calore quando ci presentiamo e gli diciamo che siamo amici di Paola e Monia. Racconta la sua storia, ci parla del trasferimento della figlia a Miami, costretta a emigrare per lavorare e mantenere il figlio di due anni, Juanito che vive con il nonno a Remedios.

Cuba-Remedios-casa-facciata con panni stesi
Cuba-Remedios-cortile di un hotel dello stato
Cuba-Remedios-gioco del domino

Cayo Santa Maria

Da qui Cayo Santa Maria è a due passi, si tratta solo di attraversare la lunga striscia di terra, inaccessibile ai cubani, che porta verso i resort del turismo di massa.

Cuba-Cayo Santa Maria-spiaggia-mare cristallino
la spiaggia di Cayo Santa Maria

Ahimè siamo anche noi vittime del turismo massificato ma solo per un giorno e solo per riposarci dopo quindici giorni di trasferimenti lenti, imprevisti, sorprese e piccole disavventure. Approdiamo al Meliá Cayo Santa María e per due giorni siamo in paradiso tra spiaggia bianca, mare cristallino, aragoste, cocco e relax. Dura troppo poco. Un bus messo a disposizione dall’hotel ci riporta a L’Avana.

Ritorno a L’Avana: Vedado

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Cuba-Castillo del Morro-tramonto

Per l’ultima notte a Cuba decidiamo di provare un hotel dello Stato. Si chiama Hotel Paseo Habana e si trova a Vedado, a due passi da Plaza de la Revolución edall’Hotel Habana Libre che prima del 1959 si chiamava Habana Hilton. I rivoluzionari lo presero e Fidel Castro occupò una suite del 24° piano durante i primi mesi della rivoluzione. Saliamo fino al 24° piano e ci godiamo la vista sulla città prima di raggiungere il Castillo del Morro per vedere l’ultimo sole calare sul mare. L’ultimo tramonto a L’Avana. L’ultimo tramonto a Cuba, l’isola di Fidel.

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