Albania mordi e fuggi: Tirana in 2 giorni

Fino a qualche anno fa l’Albania non era contemplata tra le principali destinazioni turistiche. Troppo a lungo gli è rimasta attaccata addosso l’etichetta di paese arretrato, pericoloso, cementificato. Quando ho deciso che Tirana sarebbe stata la destinazione di un weekend di maggio, il governo Meloni ha già avviato l’accordo sui migranti con l’Albania che prevede la realizzazione di un hotspot, ossia un centro per lo sbarco e l’identificazione dei migranti a Shengjin, una città di mare a nord della capitale Tirana, gestito completamente dall’Italia, insieme a un centro di permanenza per i rimpatri che vedrà la luce nell’entroterra. Insomma, scelgo un momento in cui i due paesi sono fortemente vicini.

L’immagine che fa il giro del mondo è quella della nostra Giorgia che viene stretta in un abbraccio da quell’omone grosso di Edi Rama, primo ministro dell’Albania, che deve abbassarsi non poco per dare il via al sodalizio con l’Italia.

Albania-gate

Affronto la partenza per Tirana, la capitale dell’Albania, carica di aspettative. Gli italiani sono sicuramente i benvenuti in Albania. E basta poco per averne conferma. Il volo serale, preciso e puntuale, con Ita Airways mi catapulta nel passato. Il gate è un variegato mosaico di lavoratori e lavoratrici che rientrano a casa per un periodo lungo. Me ne accorgo dall’assenza del bagaglio a mano. Donne e uomini viaggiano senza trolley, segno che si fermano più di un weekend nella terra di origine. Mi guardo intorno e scopro con stupore di essere l’unica italiana del volo.

Quando mi accomodo al 21 F, il mio posto è già occupato ma non mostro segni di fastidio. Non amo viaggiare lato finestrino se non posso beneficiare di una vista mozzafiato sulla città di arrivo. Essendo notte, preferisco lato corridoio. Mi stampo un sorriso sulla faccia e accenno un saluto alla paffuta signora che ha preso il mio posto. Ogni tanto durante il volo si volta a osservarmi. Chissà, forse pensa che sono irritata dal suo comportamento.

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Occupo il sedile centrale con il materiale che ho portato con me per farmi un’idea della città e quando li prendo in mano liberando il posto con un gesto scaltro la signora s’impossessa dello spazio per infilare le sue gambe stendendole fino a sfiorare la mia gamba. Penso che sia stanca. Anche in questo caso resto impassibile. Farà tutto il viaggio con le gambe distese. Poi, quando il comandande dà il via alle procedure di sbarco con fare risoluto esce dal suo posto e prende il mio trolley dalla cappelliera accennando un sorriso.

È il suo modo di ringraziarmi per averle concesso il posto e la tolleranza. Nel suo sguardo ho intravisto stanchezza ma anche riconoscenza. Il mio approccio con l’Albania è iniziato così, su quel volo Roma-Tirana delle 23 durato un’ora e mezza. Si dovrebbe sempre arrivare di notte in una nuova città. Per avere il primo impatto col paese visitato. Di notte è tutto più bello, l’atmosfera ovattata con le luci che rilassano e ben predispongono al nuovo. Dalla stanza al quinto piano del Mulaj Hotel il colpo d’occhio su Tirana è spettacolare.

Ed(e)nlandia, il grande luna park di Edi Rama

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Una città che vive un fermento urbanistico senza precedenti, dalla periferia al centro. Architetti europei hanno disegnato il nuovo volto della città che non vuole più fare i conti con un passato pesante. Svettano, così, grattacieli dalle forme geometriche estrose dove i colori pastello regalano uno skyline piacevole, armonioso, mai volgare. Una rete di piste ciclabili e pedonali che attraversa il centro, parchi e orti urbani, rooftop garden e il profumo dei gelsomini fanno di Tirana una città green.

Molto resta ancora da fare sul fronte della sostenibilità. Ma Roma ha tanto da imparare. Poi è vero. Tirana ha la metà degli abitanti della Capitale ma questa non può essere una scusa per giustificare la cementificazione di una città che dovrebbe essere la porta d’ingresso dell’Italia. A volte basta un po’ di estro, un pizzico di spregiudicatezza urbanistica, ma anche uno sguardo rivolto al futuro, alle nuove generazioni che vivranno in città dove lo smog e le polveri sottili hanno raggiunto livelli altissimi in un presente che chiama a gran voce lo stop alle emissioni. Ma soprattutto una buona dose di rispetto. Delle regole sulla strada, del pedone, del ciclista, più in generale, del prossimo.

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Edi Rama, due volte sindaco, ha cambiato il volto della città. Tirana non rinnega il suo passato e lo trasforma in spazio museale aperto al confronto e al dialogo. Orti urbani, hub multimediali, roof top garden, sky bar e piste ciclabili rendono la città moderna, vivace e incredibilmente green. Gli edifici d’epoca comunista ancora rimasti in piedi convivono armoniosamente con i grattacieli che hanno cambiato lo skyline della città. I più grandi studi di architettura si sono sbizzarriti per dare un tocco europeista a una città rimasta isolata per 50 anni.

Alban Tower

L’architetto italiano Marco Casamonti ha trasformato un’antica torre alta oltre 100 metri in un grattacielo, l’Alban Tower, dal design originale ed evocativo con la facciata che rimanda alla metafora dell’albero. Il tronco è realizzato in solidi pannelli di calcestruzzo pigmentato di colore verde con incastonate gemme di vetro di Murano di cinque colori diversi. L’interno ospita uffici mentre nella parte più alta trovano posto un caffè, una palestra, un ristorante panoramico e un centro benessere. Sulla torre più alta è stata realizzata una pista di atterraggio per elicotteri.

Tirana 2030

Albania-Tirana-bosco verticale

Il progetto elaborato da Stefano Boeri Architetti per la capitale dell’Albania si chiama Tirana 2030 e arriva dopo il Piano Regolatore disegnato nel 1925 da un gruppo di progettisti italiani. L’architetto punta a una visione moderna del nucleo abitato dove l’equilibrio tra città e natura ridisegna una nuova vivibilità, accessibile, ecologica. L’intervento non comprende solo l’intera area metropolitana di Tirana, ma si estende ai collegamenti ferroviari con l’aeroporto e il porto di Durazzo, i trasporti e i servizi pubblici. Ma come si fa a rendere questo equilibrio armonico? Intanto sviluppando la città in verticale, cosa che permette di liberare spazio nelle zone più densamente popolate. A breve saranno realizzate venti nuove scuole e il Parco del Mondo, una nuova piazza destinata alle Ambasciate di tutti i paesi, proprio a sottolineare il ruolo di Tirana e dell’Albania nel panorama internazionale.

Anche la mobilità urbana avrà un nuovo input: sarà incentivato il car sharing e arriverà la linea extraurbana di collegamento veloce tra l’aeroporto e i Boulevard Dëshmorët e Kombit (storici assi centrali della città). Le periferie e i centri minori limitrofi alla città attualmente sono un cantiere: saranno queste aree i nuovi poli turistici pensati per decongestionare il turismo in città.

Insomma, pur non essendo parte della Comunità Europea, Tirana aspira ad entrare nella top ten delle città più dinamiche e vivibili d’Europa.

Tirana in 5 tappe

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Non sarà difficile vedere in pochi giorni tutte le principali attrazioni della città, in quanto si trovano principalmente nel suo centro. Nonostante il suo turbolento passato, la capitale dell’Albania, Tirana, è una città piena di vita e in sviluppo, dopo i decenni complessi trascorsi. In ogni angolo possiamo osservare ricordi della sua storia che si alternano a moderni edifici e alti grattacieli.

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1. La Piramida

Dalla cima della Piramida, che doveva essere il mausoleo del dittatore Enver Hoxha, il leader che ha guidato il paese dal 1941 al 1985, puoi goderti una vista mozzafiato sulla città e farti un’idea di quello che sta diventando. I cubi colorati dialogano con il verde intorno e ti danno la sensazione di muoverti in una installazione. Gli spazi ospitano uffici, eventi, spazi per i giovani. Ufficilamente chiamata Arbnori International Cultural Center, la Piramida venne inaugurata nel 1988 e il suo nome è dedicato a Pjeter Arbnori, oppositore del regime e scrittore.

Progettato dalla figlia di Hoxha in onore degli ottant’anni del padre, è il più costoso edificio mai realizzato in Albania. Nel 1991 fu trasformata in centro culturale, diventando poi base per le ONG dedicate ai rifugiati del Kosovo durante la guerra nel 1999. Dal 2001 ospita la rete televisiva Top Channel. Pare che le autorità vogliano demolirla ma i cittadini si oppongono e, per ora, è ancora uno dei simboli di Tirana.

2. Piazza Skandenberg

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Museo Nazionale di Storia-murales

Continuando sul viale principale arrivi a Piazza Skandenberg, che prende il nome dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, su cui si affaccia il Museo di Storia Nazionale attualmente chiuso, la moschea Et’hem Beye, una delle più antiche dell’Albania, che stupisce per i suoi dipinti e la torre dell’orologio. Chiusa durante il periodo comunista, riaprì nel 1991 senza permesso. Si può visitare solo con le visite guidate e non durante l’orario delle celebrazioni. Un porticato, una cupola e un minareto dallo stile ottomano caratterizzano l’edificio che ha anche un balconcino riservato alle donne. Il mosaico “Gli albanesi” campeggia sulla facciata del museo che occupa un lato della piazza simbolo del regime dittatoriale e del comunismo, oggi icona della rinascita dell’Albania e di Tirana.

Albania-Tirana-moschea Et’hem Beye-esterno-Piazza Skandenberg.

D’obbligo il selfie con iscrizione ‘i love Tirana’. Se non incappi in un gruppo di indiani intenti a fare il book a una coppia di giovani sposi te la cavi in pochi minuti.

3. Bunk’Art 1 e Bunk’Art 2

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Lungo i viali si notano piccoli bunker sotterranei in cemento armato, la cui parte superiore emerge dal terreno. Erano rifugi di sicurezza per il dittatore Hoxha impegnato a difendersi da un imminente attacco sovietico e americano. Sono stati trasformati in musei: uno si trova in centro (Bunk’Art 2), l’altro (Bunk’Art 1) fuori dalla città, raggiungibile con una corsa di circa 20 minuti in taxi.

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Dedicato alla giornata nazionale della liberazione di Tirana, è più suggestivo di quello che si trova in centro che racconta la storia dell’esercito albanese durante il regime comunista. Nascono nel 2014 da un progetto del giornalista italiano Carlo Bollini. Il costo del biglietto per entrambi è di 4 euro.

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4. Il quartiere Pazari i Ri

Assolutamente da vedere il quartiere Pazari i Ri, uno dei più antichi della città, chiamato così per il pazar, il mercato di frutta fresca, verdure, pesce, carne, vino albanese e rakı. Si raggiunge in pochi minuti a piedi da Piazza Skandenberg e ospita il mercato nuovo sovrastato da una moderna copertura in acciaio e vetro dove si trovano souvenir ma anche spezie, ortaggi e cimeli del passato.

5. Air Albania Stadium

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E poi c’è l’Air Albania Stadium, costruito sul vecchio stadio, che ospita le partite della nazionale albanese. Colpiscono i colori della facciata esterna con i colori della bandiera, rosso e nero. Puoi goderti la vista sul prato mentre sorseggi un cocktail all’Arena Lounge Cafè: si può accedere senza biglietto allo stadio purchè tu sia cliente del locale. Insomma un campo da calcio che diventa un luogo d’incontro.

Albania-Tirana-edificio nei pressi dello stadio

Alla fine della giornata concludete il tour di Tirana in uno dei locali con dehor del centro, sono quasi tutti immersi nel verde e propongono una cucina tradizionale rivisitata con uno sguardo all’Europa. Millennium Garden è il luogo ideale per prendersi una pausa. Insomma, pur non essendo ancora entrata nell’Unione Europea, Tirana sembra avere tutte le carte in regola per entrare nella top ten delle città più giovani, dinamiche ed effervescenti d’Europa. Da visitare.

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